Nella scorsa newsletter abbiamo parlato di solitudine nel lavoro: il vuoto, il silenzio, le decisioni da prendere da soli/e.

Questa settimana affrontiamo il suo opposto, che spesso arriva senza preavviso e richiede un’altra forma di adattamento: passare dall’autonomia totale alla collaborazione costante.

Succede quando:

  • entri in un team già avviato

  • ti affidi a figure esterne (designer, copy, PM, dev…)

  • diventi tu stesso/a un fractional manager

Improvvisamente non sei più solo/a a dettare tempi, metodi e priorità.
Devi aspettare materiali, feedback, revisioni e fidarti del lavoro altrui.
Soprattutto lasciare spazio alle competenze degli altri, anche quando ti verrebbe da prendere tutto in mano “per far prima”.

La verità è che la collaborazione non richiede solo skill tecniche, ma soprattutto maturità professionale.

Perché quando entri in un nuovo contesto, specie da indipendente o da figura ibrida, le sfide non sono solo operative:

  • devi capire dove finisci tu e dove iniziano gli altri

  • devi bilanciare leadership e ascolto

  • devi decidere quando intervenire (e quando fare un passo indietro)

  • devi fidarti abbastanza da non ricontrollare ogni cosa.

E questo, per chi è abituato a essere autosufficiente, è molto più difficile della parte “tecnica”.

Oggi esploriamo proprio questo: come si collabora in modo efficace quando per anni ci siamo arrangiati/e da soli/e.

🛠 T-Toolkit

3 mosse per collaborare meglio, subito

Ci sono tre gesti concreti che aiutano a mettere le fondamenta per una collaborazione di successo:

1️⃣ Contestualizza prima, chiedi dopo

Quando chiedi qualcosa, dai sempre una riga di contesto.
Evita messaggi tipo: “Mi mandi questo?”
Sostituiscilo con: “Mi serve X per procedere con Y entro domani.”

Riduce attese, fraintendimenti e micro-panic.

2️⃣ Decidi in anticipo cosa controllerai e cosa no

Prima di iniziare un progetto, scegli (tu, per te stesso/a) quali parti devi davvero verificare e quali puoi lasciare andare.

Metti questa decisione per iscritto: ti impedisce di ricadere nel controllo totale ed evitare fraintendimenti.

3️⃣ Dai una scadenza… anche a te stesso/a

Quando qualcosa ti arriva, anche se non è perfetto, stabilisci entro quando lo valuterai o risponderai. Non tanto per rigore, ma per ridurre l’inerzia mentale.

La collaborazione vive di movimento, non di perfezione.

Esercizio

Disegna la tua collaborazione ideale

Questo esercizio ti invita a riflettere su uno scenario, come se stessi descrivendo un momento di lavoro vissuto o desiderato.

Leggi lo scenario qui sotto e immedesimati nell’azione:

Ti arriva un messaggio o un passaggio di consegne.
È chiaro. È completo. Ti permette di partire o di continuare.
Tu sai cosa devi fare, e sai anche cosa non è sulle tue spalle.
Senti che il progetto si muove, nonostante non dipenda solo da te.

Ora scrivi rispondendo a queste domande:

  1. Che cosa ha fatto l’altra persona per facilitarti?

  2. Che cosa hai fatto tu per rendere lo scambio semplice?

  3. Cosa non c’è, in questa scena, che invece ti manda spesso in crisi nelle collaborazioni reali?

  4. Se questa scena fosse “la regola”, cosa cambierebbe nella tua giornata?

Questo esercizio serve a far emergere non cosa vuoi in teoria, ma come ti senti quando la collaborazione funziona davvero. La differenza è enorme.

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